10 sconcertanti curiosità sugli antichi romani

Ah, l’antica Roma! Un impero di fascino e magnificenza che continua ad affascinare e incuriosire le persone ancora oggi. Dietro le maestose architetture e le grandi conquiste si celano alcuni aspetti poco noti e curiosi di questa straordinaria civiltà. Scopriamoli insieme!


1 – L’uso esclusivo del viola:

Nell’antica Roma, la società era fortemente classista, e il vestiario era uno dei modi per distinguere i diversi ceti sociali. La toga, ad esempio, era un indumento riservato solo a coloro che possedevano la cittadinanza romana, ma c’erano varianti ancora più esclusive. La toga viola, conosciuta come “toga picta,” era riservata agli imperatori e ai romani di alto rango. Questa scelta era dovuta a due motivi: il viola era associato al potere, alla gloria e alla regalità, quindi era considerato inadeguato per un cittadino comune. Inoltre, la porpora di Tiro, necessaria per ottenere il colore viola, era una tintura costosa e lunga da produrre, rendendo la toga viola un simbolo di status e ricchezza.


2 – I capelli biondi delle prostitute:

La prostituzione era una pratica legale nell’antica Roma, ma le donne che intraprendevano questa professione dovevano seguire un particolare codice d’abbigliamento. Una legge richiedeva che le prostitute si tingessero i capelli di biondo. Questa pratica aveva due scopi: in primo luogo, rendere visibile il loro basso status sociale, in quanto la maggior parte delle donne romane erano brune, mentre il biondo era associato ai popoli barbari, considerati inferiori culturalmente. In secondo luogo, il biondo serviva a differenziarle dalle rispettabili matrone romane, evitando che venissero scambiate per donne di alto rango.


3 – Il diritto di vita e di morte sui figli:

Nell’antica Roma, il pater familias, ovvero il capo della famiglia, aveva un potere assoluto sulla sua progenie. Questo potere si estendeva anche al diritto di vita e di morte sui figli. Ad esempio, il pater familias poteva abbandonare in luoghi pubblici una figlia non primogenita o un figlio maschio nato deforme. Inoltre, se un figlio commetteva un crimine, il padre aveva il diritto di consegnarlo alla famiglia offesa. Queste leggi erano incluse nelle XII tavole, il primo codice di diritto romano, ma nel corso del tempo furono limitate per mitigarne gli abusi.


4 – Lo ius vendendi e l’emancipatio:

Un figlio romano poteva emanciparsi dal padre solo attraverso un abuso dello ius vendendi, ovvero il diritto del padre di affittare il figlio come schiavo. Se un figlio veniva affittato tre volte, veniva considerato un libero cittadino e poteva procedere con l’emancipatio, che metteva fine al potere del padre sulla sua vita. Tuttavia, alcuni padri evitavano la terza affittanza per continuare a lucrare sugli altri figli, mantenendo il loro controllo.


5 – La poena cullei:

Il parricidio, ovvero l’omicidio del proprio padre, era considerato un crimine gravissimo nell’antica Roma. I colpevoli venivano sottoposti alla poena cullei, ovvero la pena del sacco. I parricidi venivano incappucciati e picchiati con verghe color sangue, poi venivano chiusi in un sacco insieme a un gallo, un cane, una scimmia e una vipera, e gettati in acqua, dove venivano lasciati morire annegati o a causa degli animali. Questa pena era vista come un’esecuzione spettacolare e simbolica.


6 – Cosa fare in caso di adulterio:

Nell’antica Roma, l’adulterio era considerato un grave reato, ma veniva affrontato in modo diverso a seconda del genere dei coniugi. Se il marito sorprendeva la moglie con un altro uomo, poteva procedere con il divorzio o vendicare l’affronto uccidendo l’amante. Se l’amante era uno schiavo o un uomo non libero, non vi erano conseguenze legali. Tuttavia, se si trattava di un cittadino romano, era necessario ottenere il consenso del suocero, poiché solo lui aveva il diritto di uccidere la figlia e l’amante.


7 – Il “cannibalismo” dei primi cristiani:

I romani mal interpretarono il rito dell’eucaristia cristiana, scambiandolo per un vero e proprio atto di cannibalismo. La consacrazione del pane e del vino, simboli del corpo e del sangue di Cristo, fu interpretata letteralmente da alcuni, creando incomprensioni e avversione verso i primi cristiani.


8 – I rimedi a base di gladiatori:

Nella medicina dell’epoca, si credeva che alcune parti del corpo dei gladiatori avessero proprietà curative e afrodisiache. Il fegato e il sangue dei gladiatori venivano utilizzati come rimedi per l’epilessia, e dalla loro pelle venivano prodotti unguenti e creme per il viso, considerati miracolosi.


9 – La scarsa igiene dei bagni pubblici:

L’antica Roma aveva numerosi bagni pubblici, luoghi di socializzazione e igiene. Tuttavia, la mancanza di pulizia e le cattive condizioni igieniche erano comuni. Scarafaggi, pulci e pidocchi infestavano i bagni, mentre nelle fogne vivevano topi e serpenti. Per la pulizia personale, si utilizzava un bastone con una spugna, il tersorium, che veniva lavato in un secchio con acqua e aceto, ma non era monouso.


10 – Il commercio dell’urina:

I bagni pubblici fornivano uno dei beni più preziosi di Roma: l’urina. Questa sostanza era ricca di ammoniaca e veniva utilizzata per scopi industriali come lo sbiancamento dei denti, la concia delle pelli e il bucato. L’imperatore Vespasiano impose persino una tassa sull’urina, dimostrando quanto fosse preziosa e redditizia. Forse per questo si affermò il detto latino “pecunia non olet” ovvero “il denaro non puzza”.

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