Total war Pharaoh Recensione Italiano Gameplay Primo sguardo

Negli anni, il franchise videoludico curato dalla Creative Assembly di Total War si è espanso notevolmente, partendo dai classici videogiochi rts a tema storico ha poi introdotto ambientazioni fantasy come la trilogia di Warhammer e le più mitologiche Troy: A Total War Saga e Three Kingdom.

Questa direzione ha sicuramente ampliato la sua base di fan e ha portato nuove prospettive alla serie videoludica ma, nonostante ciò, in mezzo a queste nuove avventure, i fan storici di lunga data del franchise hanno continuato a desiderare un ritorno alle sue radici storiche da anni ormai abbandonate. Per ovviare a questa carenza, la recente versione rimasterizzata di Total War: Rome ha dato un assaggio del passato della saga, ma ciò non ha placato l’attesa tra i fan di nuove ed entusiasmanti ambientazioni storiche che hanno reso famosa la saga.

Ed è per questo motivo che Total War: Pharaoh, a prima vista, sembra rispondere proprio a questa richiesta. Tra alti e bassi, questo nuovo titolo sembra ad oggi non mettere ancora d’accordo tutti i fan di lunga data, che si aspettavano un titolo più granitico, ma nonostante ciò una cosa è certa: sembra infatti che gli sviluppatori stiano finalmente tornando alle origini delle loro produzioni videoludiche.

Un primo sguardo al gioco:

Ad un primissimo sguardo Total War: Pharaoh offre un’esperienza estremamente realistica rispetto alla serie Warhammer già citata. Ci immergeremo ben presto infatti nell’antico Egitto, in particolare alla fine dell’età del bronzo, un periodo contraddistinto da guerre, carestie e successioni dinastiche! Sebbene la campagna e i combattimenti dell’Età del Bronzo possano essere storicamente precisi e studiati nei minimi dettagli dagli sviluppatori, in molti hanno storto il naso, considerandoli meno spettacolari rispetto agli ultimi titoli della serie ed è forse per tale motivo che, nonostante gli sforzi per rendere il gioco accurato senza perdere di vista l’accessibilità, Total War: Pharaoh potrebbe non raggiungere la grandezza delle sue controparti e contraddistinguersi come un titolo di nicchia, esclusivamente per gli amanti della storia antica o egizia.

Per coloro che hanno una conoscenza limitata della storia antica, l’Età del Bronzo rappresenta un periodo cruciale che ha visto l’introduzione di importanti invenzioni come la ruota, la scrittura e la metallurgia. Creative Assembly ha scelto di focalizzarsi su civiltà come gli Ittiti, i Cananei, i Nubiani e, ovviamente, gli Egiziani in questo tumultuoso periodo, consentendo ai giocatori di immergersi in una storia ricca e complessa, sperimentando molte delle sfide e dei trionfi di quel periodo tanto cruciale quanto dimenticato della storia umana.

In molti aspetti Total War: Pharaoh richiama i classici Rome 2 e Attila, soprattutto in termini di presentazione e gameplay sul campo di combattimento, ma introduce dinamiche che richiamano titoli più recenti come ad esempio Troy: A Total War Saga e Total War: Three Kingdoms. Ma, se dovessimo identificare una delle caratteristiche salienti di Pharaoh rispetto ad altri titoli della serie, possiamo affermare senza ombra di dubbio che la sua campagna meno lineare e più movimentata ci stupirà fin dalle prime fasi di gioco.

La struttura del gioco:

Come sempre, la schermata principale del titolo ci farà affrontare una campagna libera, sottoposta a numerosi obiettivi per la vittoria, oppure a battaglie storiche singole o personalizzate e create dall’utente. In particolare, analizzando la campagna di gioco, i giocatori si immergeranno in una classica campagna a turni, dove devono gestire l’espansione del loro regno, i propri eserciti e la relativa economia. La scelta iniziale, proprio come accadeva in Three Kingdoms, verterà su alcuni personaggi ereditieri del trono dell’antico Egitto, figli, parenti o pretendenti più o meno legittimi del Faraone. Tuttavia, fin dall’inizio i momenti di pace saranno piuttosto brevi, similmente a come accadeva in Total War: Attila, poiché scoppierà ben presto una guerra civile che metterà tutti i giocatori l’uno contro l’altro, in cerca dell’occasione giusta per reclamare il trono del faraone ormai defunto. La nostra influenza, infatti, in questo titolo sarà determinante per poter scalare posizioni, ottenere prestigio sociale e relazioni privilegiate con altre fazioni, raggiungendo di volta in volta cariche sempre superiori nell’antico Egitto, fino appunto a quella del Faraone.

Nella fase successiva del gioco, l’obiettivo della campagna si sposterà verso la difesa dall’invasione dei popoli del deserto, a quella più misteriosa dei cosiddetti “popoli del mare”, così come alla sopravvivenza del nostro regno durante il collasso dell’Età del Bronzo. La campagna offre quindi una notevole libertà d’azione, ma una volta terminato il periodo di invasione e la relativa crisi economica e sociale, potremmo avvertire la mancanza di un obiettivo chiaro nel gioco, dato che senza effettuare azioni di corte, ovvero sabotaggi, minacce e assassini dei diversi leader di fazione, difficilmente la situazione cambierà in meglio o in peggio. Dunque, l’unica nostra soluzione per smuovere le acque sarà la dichiarazione di guerra alle svariate fazioni presenti sulla mappa, il più delle volte imparentate e alleate tra loro, il che non ci consentirà di operare come vorremmo, scontrandoci praticamente soli contro tutti sul campo di battaglia, un difetto che forse l’IA poteva e doveva gestire meglio in fase di sviluppo strategico della campagna storica. Anche se, le ampie e numerose condizioni di vittoria (politica, economica e religiosa, oltre che militare) offrono comunque un’alternativa alla conquista totale della mappa, seppur meno spettacolare.

Mappa e fazioni di gioco:

Ci si aspettava qualcosina in più anche dal punto di vista della mappa di gioco. Sebbene infatti Pharaoh offra una mappa più ampia rispetto ad altri titoli come i più recenti Troy o Tales of Britannia, è ancora un po’ troppo restrittivo rispetto ai più classici Rome 2, Attila e Medieval, usciti ormai diversi anni fa, oppure ai più recenti Three Kingdom e alla trilogia di Warhammer.

Sono state escluse inoltre anche alcune civiltà chiave del passato, come Assiri, Micenei, Babilonesi e le tribù persiane o caucasiche. Questo limiterà le opzioni strategiche dei giocatori e potrebbe apparire come una rappresentazione incompleta del periodo per i videogiocatori più appassionati di storia antica. Tuttavia, non siamo troppo stupiti di queste assenze significative, poiché sappiamo bene che gli sviluppatori, fin dai tempi di Shogun 2: Total War e del più famoso Rome 2, si sono riservati il diritto di aggiungere fazioni e parti di mappa con nuovi contenuti aggiuntivi (o DLC) più avanti nel tempo dopo la pubblicazione del titolo, e dunque non ci resta che sperare che anche su Pharaoh verranno prima o poi aggiunti in futuro.

Nuove implementazioni molto interessanti!

Cambiando aspetto, il gioco si contraddistingue inoltre per mettere subito in luce l’importanza della diplomazia e della politica, introducendo il sistema giudiziario che consentirà ai giocatori di competere per il potere e la legittimità per diventare Faraone d’Egitto. Questo aggiunge un livello di profondità e complessità al gameplay mai visto prima in altri titoli della saga, enfatizzando la natura intricata delle manovre politiche nell’antico Egitto e costringendoci ad operare numerose strategie anche e soprattutto al di fuori delle battaglie in campo aperto, aspetto questo particolarmente apprezzato.

Nel gioco inoltre, i pantheon delle culture giocabili influenzeranno maggiormente rispetto al passato il proprio regno, ma a differenza di altri titoli, i benefici risultano essere più passivi. Avremo infatti moltissime informazioni relative alla cultura di un popolo, ma meno aspetti di questo tipo peseranno in fase di gameplay.

Infine, parlando sempre di novità, la religione in Total War: Pharaoh avrà una grande importanza per far crescere il nostro regno. Potremo infatti dedicare numerosi altari, templi e monumenti ai nostri dei egizi, scegliere quali adorare, per quale motivo e a quali destinare un generale di appartenenza che terrà alto il loro onore in battaglia e sulla mappa di gioco. Tali divinità garantiranno dei bonus importanti per assicurare influenza, pace e prosperità al nostro leader di fazione, aiutandolo così a mantenere saldo il suo potere.

Per sviluppare gli edifici religiosi e non solo, gli sviluppatori hanno implementato nuove costruzioni sulla mappa chiamate “avamposti”. Si tratta di piccole costruzioni (tre per ogni regione circa) in cui potremo costruire piccoli edifici sacri, stazioni commerciali oppure dei piccoli fortini, per rallentare le offensive degli eserciti nemici, aspetto veramente molto apprezzato del nuovo gioco in questione. Total War: Pharaoh dunque, offre una vasta selezione di unità e edifici unici per ciascuna fazione, arricchendo il gameplay stesso, andando a perfezionare e ampliare le nostre scelte in ambito di costruzione sulla mappa di gioco.

Inoltre, merita una menzione anche la gestione economica delle risorse: avremo infatti a disposizione tante risorse da tenere sotto controllo, a partire dal classico oro, seguito poi dal cibo, dalla pietra per costruire gli edifici, dal bronzo per le armi degli eserciti e dal legno, che potremo scambiare a seconda della nostra necessità con le altre fazioni. Infine, un dato forse a sfavore di Pharaoh è proprio legato al sistema di commercio: modificando gli accordi commerciali permanenti, gli sviluppatori hanno implementato al loro posto gli accordi a scadenza, che non faranno altro che limitarci turno dopo turno nel loro rinnovamento con le diverse fazioni. Sistema però comprensibile poiché non necessiteremo sempre della stessa merce e dunque, da un certo punto di vista, ciò renderà anche più dinamica e fluida la gestione delle nostre risorse turno dopo turno.

Poche novità in combattimento e problemi di IA:

Sul campo di battaglia si riscontrano invece poche o nessuna novità significativa. Il sistema meteorologico dinamico aggiunge forse un livello di realismo maggiore alle battaglie, costringendo i giocatori a adattare le proprie tattiche alle condizioni meteorologiche.

Tuttavia, i nostri eserciti faticheranno a seguire i nostri ordini, soprattutto all’interno dei villaggi e delle città, in cui sarà difficile muoversi per strette vie e accampamenti e dovremo faticare parecchio per schierarle esattamente dove vorremmo, aspetto che limiterà e di molto le nostre strategie in battaglia.

Comparto grafico, sonoro e framerate:

Dal punto di vista estetico, il gioco ci offrirà fin da subito un paesaggio desertico a dir poco mozzafiato, con dettagli realistici sia sulla mappa di gioco sia all’interno del campo di battaglia. Potremo combattere infatti tra le infinite e insidiose dune desertiche del Sahara più a sud e tra le esotiche oasi in riva al Nilo al centro e a nord della mappa, arrivando fino alle foreste e alle montagne dell’Asia Minore o agli ambienti insulari del Mediterraneo orientale.

Dal punto di vista sonoro, anche in Pharaoh, così come nei precedenti titoli, la qualità delle colonne sonore in battaglia e i relativi effetti ambientali ci permetteranno di immergerci appieno in questo periodo, donandoci un’esperienza unica in questo antico periodo storico.

Infine, per quanto riguarda il framerate, dobbiamo constatare un netto miglioramento dal punto di vista della stabilità e dell’ottimizzazione, a maggior ragione a gioco appena rilasciato: non sono stati riscontrati pesanti cali di framerate o lag, né sulla mappa della campagna né in battaglia, il che costituisce un enorme balzo in avanti per la saga videoludica in questione.

Per Concludere:

In sintesi, con Total War: Pharaoh dimenticatevi l’ultima saga di Warhammer della serie, in quanto si tratta a tutti gli effetti di un gioco prettamente storico, che cerca di offrire un’esperienza realistica e molto dettagliata del periodo preso in esame, ma pur sempre accessibile a tutti. Sebbene il gioco sia visivamente straordinario e abbia elementi di gameplay coinvolgenti, potrebbe però non appassionare i videogiocatori che cercavano un’esperienza diversa, magari in un altro periodo storico, come ad esempio i fan classici della saga, oppure chi cercava novità significative nel gameplay.

Abbiamo però apprezzato le piccole novità ed implementazioni, a partire dal sistema di commercio, fino ad arrivare a quello economico e a quello religioso, quest’ultimo che non poteva di certo mancare in una società basata sulla religiosità come quella dell’antico Egitto.

Seppur non dotato di una enorme mappa e senza novità nel campo del combattimento, Total War: Pharaoh è un titolo molto valido, che non consigliamo solo ai fan storici o agli appassionati dell’antico Egitto, ma a tutti coloro che vogliono misurarsi con un titolo ben realizzato, solido e ambientato in un momento della storia umana ad oggi troppo spesso dimenticato.

PRO:

  • Finalmente un nuovo titolo storico della saga!
  • Dinamicità migliorata nella campagna con sistema di invasioni e di crisi
  • Nuovo entusiasmante sistema di scalata al potere politico
  • Nuove implementazioni religiose, economiche e culturali
  • Grafica mozzafiato e ottimizzazione stabile

CONTRO:

  • Periodo storico troppo limitato e assenza di grandi culture secondarie
  • Mappa di gioco forse troppo limitata e si poteva osare di più
  • Assenza di significative novità nel campo del combattimento e sulla mappa di gioco
  • IA di battaglia ancora fin troppo spigolosa e limitata

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *