La piccola era glaciale XIV - XIX secolo

Il clima della Terra è sempre stato soggetto a cambiamenti, ma alcuni periodi storici hanno registrato eventi climatici estremi che hanno avuto profonde ripercussioni sulla natura e sulla società umana. Uno di questi periodi è noto come “Piccola Glaciazione”, un lungo periodo di raffreddamento globale che si estese dalla seconda metà del XIV secolo per circa cinquecento anni. Nel XIV secolo, l’Inghilterra fu colpita da ondate di freddo che uccisero progressivamente tutte le viti e gli olivi nel paese. Questi eventi furono solo l’inizio di un cambiamento climatico significativo che avrebbe segnato il destino della Terra nei secoli a venire. Solo con l’attuale riscaldamento globale, in gran parte causato dalle attività umane come le emissioni di gas serra e l’inquinamento, si sta tornando a coltivare la vite a quelle latitudini.

Prima del XIV secolo, il clima del pianeta era caratterizzato da temperature estremamente miti. Ci sono prove documentarie, oggettive e scientifiche che testimoniano un periodo di siccità e temperature elevate in Africa, Asia e Nord America. Durante questo periodo, i vichinghi si spinsero verso ovest dalla Scandinavia colonizzando terre come l’Islanda (874), la Groenlandia (980) e, stando alle saghe nordiche, anche il Nord America.Gli insediamenti vichinghi nella regione, come Vinland (forse sull’isola di Terranova), suggeriscono un clima più caldo di quello attuale. Questa teoria è supportata anche dal fatto che in Inghilterra crescevano viti e olivi, segno di un clima più mite.

Tuttavia, a partire dal 1300, tutto cambiò. I ghiacciai tornarono a ricoprire il Mare del Nord e le montagne, e nelle vette nordafricane comparve la neve. Timbuctù, importante centro carovaniero africano, fu allagata almeno tredici volte dal fiume Niger gonfiato dalle piogge nell’arco di trecento anni. In Cina, la crisi innescata dal clima impazzito portò a carestie e rivolte politiche, che alla fine causarono la caduta della dinastia Ming a favore degli imperatori Qing nel Seicento.

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L’Europa fu colpita da ondate di gelo senza precedenti. Il Mar Baltico ghiacciò più volte, e l’armata svedese marciò sopra il ghiaccio del mare per attaccare la Danimarca durante la Seconda Guerra del Nord. A Londra, durante l’inverno, si svolgeva regolarmente la Thames Frost Fair, una fiera che si teneva direttamente sopra il ghiacciato Tamigi. Più a sud, i ghiacciai invasero terreni fertili e abitati, causando distruzioni e inondazioni. Lisbona fu colpita da ben otto tempeste gelate nel XVII secolo. Le carestie si susseguirono, colpendo duramente la popolazione europea. La necessità di adattarsi al clima avverso portò all’uso di stoffe più pesanti e abiti che coprivano meglio il corpo, oltre al miglioramento dell’architettura degli edifici per mantenere il calore interno. Inoltre, la fame portò a atti violenti, con persone sospettate di avvelenare il cibo o diffondere malattie tramite incantesimi utilizzate come capri espiatori nelle cacce alle streghe. Le guerre e le rivolte infierirono su tutto il continente europeo, rendendo quel periodo decisamente turbolento.

Solo verso la fine dell’Ottocento, il clima iniziò gradualmente a entrare in una fase più mite. Durante la Piccola Glaciazione, ci furono anche anni caratterizzati da eventi estremi, come nel 1407 quando si verificò un freddo intenso che gelò l’inchiostro nel calamaio. Il 1709 fu un altro anno gelido, con un’ondata di freddo che si impadronì dell’Europa centrale e mediterranea, causando la gelata di fiumi, laghi e persino il mare. Questo evento causò danni significativi alle coltivazioni, incluso a alberi relativamente resistenti come il melo, il susino e il noce.

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Un altro periodo particolarmente freddo fu il 1816, noto anche come l'”anno senza estate”. Tre intense eruzioni vulcaniche tra il 1812 e il 1814, compresa quella del monte Tambora in Indonesia, riversarono grandi quantità di ceneri nell’atmosfera, abbassando ulteriormente la temperatura. Questo portò a un caldo estivo quasi inesistente, con potenti tempeste di neve in Canada e negli Stati Uniti, nevicate abbondanti in Europa e neve di un insolito color rossiccio a causa delle ceneri vulcaniche. La Piccola Glaciazione ebbe gravi conseguenze per l’agricoltura e la popolazione, portando a carestie, denutrizione, epidemie e pestilenze. L’invenzione della draisina da parte di Karl Drais nel tentativo di trovare un mezzo economico per spostarsi durante i periodi di crisi testimonia l’impatto di questi eventi climatici sulla vita quotidiana delle persone.

Gli scienziati hanno avanzato varie teorie per spiegare questi cambiamenti climatici storici. La ciclicità delle temperature del pianeta è ben nota, con inverni eccezionalmente freddi che si presentano con una cadenza media di circa 300 anni. Si è anche ipotizzato che l’attività solare, in particolare il fenomeno delle macchie solari, possa essere una delle concause dei cambiamenti climatici storici. Non possiamo ignorare l’impatto delle attività umane, come le emissioni di gas serra e l’inquinamento, nel contribuire al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici attuali. Quello a cui assistiamo oggi è un sconvolgimento del clima causato da una combinazione di fattori naturali e azioni umane, e la conservazione dell’ambiente è essenziale per affrontare questa sfida globale. Solo attraverso la consapevolezza e azioni responsabili possiamo sperare di proteggere il nostro pianeta e garantire un futuro sostenibile per le generazioni future.

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